Buongiorno Gesù, ....
Inizio così come se parlassi con un amico che è vicino e che è nel mio cuore, non posso toccarlo e non posso vederlo qui, ma è come quell'amico con cui scambi un messaggino di buongiorno la mattina, per dargli un pizzico di allegria prima di andare al lavoro, è quell'amico che è sempre al mio fianco, in ogni momento delle mie giornate, è l'amico con cui parlare del più e del meno, quella persona a cui riveli i pensieri che non diresti mai a nessuno. Insomma è l'amico che c'è SEMPRE!! Gesù c'è SEMPRE!! C'è SEMPRE stato, fin da quando ero un minuscolo cosino che si muoveva nella pancia della mia mamma, anzi, a dir il vero, c'era ancor prima che fossi e sa tutto di me, tutto quanto, il lato bello e quello meno bello di ogni piccolo attimo e nonostante questo, continuo a confidarmi con Lui come se non sapesse niente di quello che è stato, di quello che è e delle aspettative che in un certo senso potrebbero accadere o in cui spero. So che Lui sa, ma è una persona discreta e per quanto tale non mi rivela quello che sarà perché a tutto c'è un progetto di cui io non posso esserne a conoscenza, ma che in realtà è tutto per un mio e altrui bene. Una domenica di primavera di 23 anni fa, per la prima volta, ho partecipato ad una messa con la preghiera di guarigione e liberazione guidata da don Roberto. I motivi per cui da Lari (provincia di Pisa) mi hanno portato in quel di Fiesole sono più o meno quelli di tantissime persone che sono venute e che continuano a venire alle messe di don Roberto: affetti, salute, lavoro, fallimenti, ecc. Negli anni ho visto e conosciuto persone che sono guarite e che continuano perseveranti un cammino di fede e di speranza, altre guarite e nello stesso tempo svanite nel nulla, altre ancora che non hanno visto, secondo il nostro modo di vedere, alcuna guarigione e altre che hanno lasciato questa terra per tornare alla casa del Padre.
E noi? Si, noi, io e Paola, siamo saliti a Fiesole perché il nostro matrimonio dopo appena 9 anni aveva preso la strada della separazione. prima la mia salute che aveva preso due sonore batoste e messo in crisi il lavoro, poi la mancanza di figli, poi le incomprensioni, i frequenti litigi, tutto questo aveva costituito un fronte d'attacco per la distruzione del matrimonio. Eravamo rimasti soli con noi stessi. Quando le cose vanno male, anche quelli che si considerano amici o parenti vicini si allontanano: non hai soldi per andare a mangiare una pizza? Beh allora non siamo più amici, stai per fallire? Sciò sciò...e così via. Insomma la 1° volta siamo venuti il 21 aprile 1996 mentre nell'anno precedente, 05 luglio 1995, in un caldo e afoso pomeriggio venni ricoverato d'urgenza per una embolia polmonare e i medici del reparto di Terapia Intensiva dell'ospedale di Pontedera, parlando con Paola non le dettero speranze di sopravvivenza. Lei era salita con me sull'ambulanza e per tornare a casa interpellò più di una persona, e questo cercare spaziava dall'agnostico integralista al testimone di geova, fino a quando, ormai sola nella disperazione più cruda, perché aveva ricevuto solo risposte negative, ricevette un "sì arrivo" dall'amica che le era più cara e che, guarda il caso, frequentava le messe di Don Roberto. E da lì che è iniziato un percorso che ci ha portati a partecipare ad una messa, e poi una seconda e ancora altre e piano piano dolcemente Gesù ha aperto il cuore a Paola, (Provenienza da una famiglia supercomunista, mangiapreti da generazioni), si è frantumata la corazza e da quel cuore è uscita una goccia d'acqua, la sorgente dell'acqua viva, che ha generato un cambiamento totale. Io nel mio piccolo, immobile, in quel letto di ospedale, dove gli unici rumori che sentivo erano quelli dei macchinari che mi tenevano in vita, guardavo una croce appesa alla parete, feci una promessa a Gesù: se uscirò da qui, ti prometto che io torno e ti porto Paola e così è stato, non certo per merito mio ma di Gesù, che ci stava chiamando attraverso quegli eventi. La gente che vuole togliere le croci dagli ospedali, dagli uffici, eccetera...per un effimero senso di salvaguardia di chi non crede, non sa quanto danno fa! In questo cammino tante sono state le meraviglie di Dio! Certo negli anni la mia condizione di salute è peggiorata, quello che era stato classificato come disturbo renale è stato riqualificato in insufficienza renale cronica, le ulcere agli arti inferiori persistono specie durante i mesi più caldi, l'ultima si è rimarginata dopo quattro mesi di cure e dopo aver corso il rischio dell'amputazione, poi sono sorti altri problemi che mi rendono la vita più dura, non ultimo una sindrome che provoca colpi di sonno improvvisi.
Non è un problema, ci organizzeremo! L'ultima ulcera è stata complicata dalla presenza di due batteri che hanno richiesto una cura con dei farmaci molto pesanti e mio malgrado ho rallentato la presenza alle celebrazioni di don Roberto. Ho rallentato la mia presenza, ma non la mia preghiera e spero tanto che offrire al Signore questa mia situazione di salute, ora molto compromessa, sia proprio come una preghiera per sostenere la Missione Santa Teresa di Gesù Bambino alla quale mi sento profondamente legato. Da quando (in agosto) ho avuto questo forte peggioramento, non è mancata la presenza di don Roberto e dei fratelli e delle sorelle della comunità, chi con una preghiera, chi con una telefonata, chi con un messaggio, tanti si sono fatti sentire anche per un semplice: ciao, come stai; ti aspettiamo; torna presto. Essere parte della comunità è anche questo, una parola, un saluto, una risata...sapete come fa bene al cuore! Sentirsi pensati e cercati, si allontana la tristezza, si allontana lo sconforto. Quando ti rendi conto che le malattie non ti permettono più di fare la vita che hai fatto fino a poco tempo fa, nel senso lascio l'auto al parcheggio e vado a piedi, no, non lo posso più fare, e altre piccole semplici cose, è davvero dura! e così i servizi in chiesa. Non li puoi fare perché non ce la fai più a camminare, non ce la fai più a stare in piedi, non ce la fai più a sopportare tanti dolori e disagi. E' lì a quel punto che ti rendi conto di essere improvvisamente diventato inutile. Ma non è vero. Non è vero perché Gesù, da quella croce mi ha dato la sua forza e il suo sorriso; non è vero perché Gesù sa come rendere utile questa mia sofferenza, mi tiene stretto al suo cuore donandomi tanta volontà e facendomi sentire quanto la mia anima, oltre al mio corpo sia importante per Lui. E' vero, sono grande e grosso, non sorrido salvo rare eccezioni, voi non lo sapete ma quando ero piccino un signore che aveva la 600 aprì lo sportello proprio mentre arrivavo io con la mia bicicletta blu e mi spezzò i due denti incisivi superiori, per questo motivo ho smesso di sorridere, perché mi vergognavo della finestra, e da allora sembra che sia sempre serio...guardate anche gli occhi e li vedrete sorridere anch'io ho il cuore tenero e mi emoziono facilmente e allora rivoli di lacrime escono dagli occhi, e ogni volta che per salute non posso partecipare vedo i volti dei fratelli e delle sorelle e vi ringrazio tanto per le vostre preghiere e per il sostegno e l'accoglienza che fate ogni giorno.
E grazie a lei, don Roberto, non solo per ogni benedizione, ma anche per ogni sorriso e per ogni parola di incoraggiamento.
Lari, 20 gennaio 2019
Lettera firmata